CELEBRAZIONI 80 ANNI LICEO CARDUCCI -22 DICEMBRE 2016

GIOVEDI  22 DICEMBRE  2016 -ORE  16.00 -LEGGI TUTTO

La terza delle quattro giornate indette dal nostro Liceo per festeggiare gli ottant’anni dal decreto della sua erezione a istituto statale si è svolta seguendo molte suggestioni ma in fondo un unico filo conduttore: la specificità dell’identità carducciana e dell’esperienza di studi vissuta nel corso dei decenni.

Sulla cartolina che reca l’annullo filatelico speciale, donata agli ospiti d’onore di questo evento, è stata vergata una frase tratta dal Profeta dello scrittore libanese Khalil Gibran: «Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante». Tutti gli interventi hanno confermato questa sinergia tra le facoltà che è alla base del successo umano e professionale di molti nostri ex studenti. Ogni esperienza narrata, prossima o remota nel tempo, ha voluto additare alle nuove generazioni di allievi il fondamento dell’affermazione di sé e la fondatezza della speranza che ognuno possa percorrere strade analoghe, ricche e profonde, pur nella diversità delle vocazioni e delle carriere.

Il ventaglio di esperienze, progetti, passioni, rappresentato dai nostri ospiti è stato davvero stimolante. Tutte eccellenze che, in quanto tali, hanno oltrepassato l’esperienza comune assurgendo ad esempio.

Come di prammatica, le autorità civili e religiose hanno porto il saluto e formulato voti: la nostra Preside, professoressa Compagnone, ha salutato i convenuti e sottolineato l’importanza della loro presenza, a conferma della valore che la formula degli studi e il cenacolo umano del Carducci ha assunto nel tempo, ribadendo la fierezza di esserne l’attuale dirigente. Il Sindaco di Nola, dottor Geremia Biancardi, anch’egli nostro ex alunno, rivolgendosi agli illustri presenti ha espresso il desiderio che anche col loro concorso i giovani ora in formazione possano più facilmente trovare realizzazione ai loro sogni e progetti, scongiurando la “fuga dei cervelli”. Sua Eccellenza Monsignor Beniamino Depalma, vescovo di Nola, ha ricordato l’esortazione di Giovanni Paolo II, rivolta ai Nolani nella sua visita del maggio 1992, a reagire al degrado che logora il tessuto civile, sociale e morale; a non lasciarsi prendere dalla rassegnazione e dalla frustrazione. Il compito della scuola, del Carducci in particolare, è di formare uomini tenacemente artefici del loro destino e portatori di speranza.

Il professore Pasciari, docente di Storia e Filosofia, da pochi mesi in pensione, ha quindi introdotto, guidato, stimolato –talvolta commentato con brio e saggezza- il racconto di alcune personalità che si sono formate nel nostro Liceo.

Il Magnifico Rettore professor Gaetano Manfredi, che è anche Presidente dell’Associazione ex alunni, seppur febbricitante, ha tenuto ad intervenire e sottolineare la nolanità della sua formazione ed anche del suo rettorato. Nel corso degli incontri augurali con i Dipartimenti dell’Università molti docenti, conoscendo il suo amore per la nostra città e per il suo Liceo, hanno sottolineato come gli studenti del Carducci si distinguano per qualità degli studi e rapidità nel conseguimento dei titoli accademici, anche in facoltà eminentemente scientifiche come quelle di Matematica.

In un itinerario, poi, che ha percorso a ritroso il viaggio nel tempo, ha iniziato la serie degli interventi Sua Eccellenza Alfonso Di Riso, ambasciatore in Costa d’Avorio, coetaneo e compagno di classe del sindaco: la dura formazione accademica prima e concorsuale dopo hanno trovato il fondamento più sicuro negli anni vissuti tra le mura del Carducci, che è stato per molti anche il luogo delle amicizie, del tempo libero, delle prime esperienze affettive. Per rispondere in parte alle sollecitazioni del sindaco, l’ambasciatore ha rivelato come, nel suo ambito di lavoro, un accordo tra il Ministero degli Esteri e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane permetta dei periodi di pratica presso le ambasciate anche a studenti non laureati, per conoscere la realtà affascinante ma complessa del mondo diplomatico ed orientarsi con cognizione di causa nelle scelte lavorative.

La dottoressa Luisa Ronga, Maître de conférences in Chimica Analitica all’Università di Pau et des Pays de l’Adour, in Francia, ha esemplificato, con la sua carriera, ma anche nelle sue parole, l’armonia che esiste tra una formazione umanistica ed una scientifico sperimentale, in un’osmosi tra logiche e metodi.

Il dottor Carminantonio Esposito, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, rilevando il ruolo fondante degli articoli 2 e 3 della Costituzione[1] e constatando la presenza di autorità religiose e civili, ha sottolineato come alcuni valori della nostra civiltà giuridica nascano con le profonde novità introdotte dal Cristianesimo, tra le quali l’abolizione della schiavitù, il riconoscimento di parità di diritti e doveri tra cittadini, la dignità di ogni essere umano. Queste innovazioni si sono tradotte in ordinamenti moderni e norme civili universalmente riconosciuti a prescindere dalla confessione religiosa, ma le regole di per sé, anche quelle che ogni nostro studente apprende nella morfologia e sintassi delle lingue classiche, costituiscono una scuola di ordine e metodo, un prezioso esercizio di riconoscimento della complessità ed organicità del reale.

In un climax di esperienza accademica e di memoria storica, è stato compiuto dal professore Salvatore Rionero, già ordinario di Fisica Matematica presso l’Università di Napoli “Federico II” e Accademico dei Lincei, un emozionante e commosso ricordo di anni lontani nel tempo ma presenti nei suoi effetti, di docenti illustri –tra i quali il suo indimenticato fratello Mario Rionero, professore di Matematica al Carducci- ed anche meno noti, tutti accomunati dalla grande professionalità, dalla profonda umanità e dalla capacità di apprezzare empaticamente i successi professionali dei loro studenti, incoraggiandone e seguendone le sorti anche dopo il diploma, come dimostrano i tanti episodi personali narrati. Ad essi è andato il suo riconoscimento e la gratitudine per avergli ispirato l’amore della conoscenza e dei campi del sapere perseguiti nel corso della sua vita. Al Carducci, ha concluso il professore Rionero, egli deve molto, e per il Carducci è pronto a fornire il contributo della sua esperienza scientifica, professionale ed umana.

Infine, una presenza che tutta la famiglia del Carducci ritiene quasi indispensabile, nei grandi momenti della sua storia, anche perché la veneranda età gli consente di rappresentare la generazione più antica di ex studenti: il professor Aldo Masullo, già docente di Filosofia Morale presso l’Università di Napoli “Federico II”. Il suo discorso, condotto con la profonda, serena semplicità delle grandi menti, la lucidità di chi si eleva oltre i calcoli contingenti, meriterebbe una relazione a parte. Si possono almeno indicare  tre momenti di quello che ha voluto definire ironicamente il suo “pistolotto”: il ricordo di alcune figure fondamentali per la sua formazione, tra i quali indimenticabili, per l’abilità descrittiva, quasi mimetica, con cui ha saputo presentarceli, sono stati i dimessi ma serissimi e severissimi professori di filosofia e matematica, capaci di infondere l’arte del ragionamento e l’amore della libertà. In seguito, il tema della durata e del tempo: come la visione del passato diventa non sterile contemplazione ma consapevolezza della continuità, del perdurare nel tempo dei suoi effetti e proiezione nel futuro, così il ricordo delle diverse età del Carducci permette di coglierne l’identità, di verificarne la solidità, di trasmetterne metodi ed umanità. Infine, per quanto possa sembrare paradossale, la metafora della “catacomba”: la drammaticità degli eventi che stiamo vivendo negli ultimi anni, negli scorsi mesi ed anche nei giorni presenti offre uno spettacolo desolante di una società che perde la consapevolezza della sua umanità, per quanto le nuove generazioni sembrino più generose meno intaccate dall’egoismo consumistico delle precedenti. Le scuole diventano allora cenacoli e fucine di idee, rifugio, “catacomba”, per chi voglia condividere e discutere, nutrire speranze e progetti, mentre altrove si architetta lo sfruttamento e la sopraffazione. Momenti come quello che abbiamo vissuto stasera rappresentano un’alternativa ed una garanzia della possibilità di conservare viva quella humanitas che informa il nostro Liceo e che è lievito della società intera. Questa ci sembra l’inadeguata sintesi delle parole del professor Masullo che tutti i presenti: ospiti, studenti, docenti, personale, ex allievi di tutte le generazioni, hanno salutato applaudendo all’impiedi.

La serata è stata allietata dal coro degli studenti diretti dal professore Genovese: sono stati eseguiti prima l’Inno di Mameli, poi quello del Carducci e –tra un discorso e l’ altro- dei canti natalizi.

 

 

 

 

 

[1] Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Potrebbero interessarti anche...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi